L’Italia è uno dei Paesi con il maggior numero di aziende a controllo familiare.

Secondo una stima della Associazione Italiana delle Aziende Familiari raggiunge una percentuale dell’85%.

Secondo i dati del 2018 dell’Osservatorio AUB (AIdAF, UniCredit, Bocconi) le aziende familiari hanno recuperato la redditività pre-crisi e hanno migliorato la solidità.

In circa il 40% dei casi il modello collegiale prevede un affiancamento tra membri di generazioni differenti.

Quanto è importante permettere a queste entità di continuare a esistere sul territorio e perseguire risultati sempre più performanti?

Quanto è importante avere e creare strumenti che permettano al dialogo tra generazioni di diventare un valore aggiunto?

All’interno di un azienda a controllo familiare, il rapporto tra le generazioni, può talvolta, fare i conti con dinamiche e situazioni che solo in parte hanno a che vedere con il focus aziendale.

Le decisioni in un’azienda familiare hanno implicazioni che a cascata ricadono sulla vita e i rapporti di tutta la famiglia.

I ruoli che rischiano di confondersi possono essere fonte di dispersione di energia e di riduzione del focus.

Cosa può invece creare opportunità in una azienda familiare?

Comunicare in modo efficace e fluido, riconoscendo limiti e risorse e redistribuendo i ruoli in base alle specifiche caratteristiche di ogni membro.

Saper creare un passaggio generazionale win-win, dove entrambe le parti ne risultano vincenti.

Acquisire strumenti di integrazione tra l’esperienza di chi ha creato l’azienda e il potenziamento dell’innovazione.

Promuovere e costruire chiarezza attraverso una comunicazione attiva che crea un flusso di contenuti per trasformare i potenziali blocchi in opportunità.

L’incontro di generazioni diverse è una risorsa straordinaria dove le competenze possono essere utilizzate al meglio per potenziare l’espansione e l’evoluzione del l’assetto aziendale e creare un un potente substrato sociale e territoriale che può davvero fare la differenza.

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